IL “FRANCO FROGHERI” DI NUORO
Se il calcio in Sardegna può vantare una solida tradizione sorta già a partire dai primi anni del secolo passato, è pur vero che le prime compagini cominciarono ad organizzarsi – tra il 1902 e il 1906 – solamente nei maggiori centri urbani, in particolare a Cagliari, Sassari, Oristano e La Maddalena. Presieduta dal console della milizia fascista Anselmo Ghinami, l’Unione Sportiva Nuorese vide la luce nel 1930, limitando inizialmente la propria attività nell’ambito dei locali campionati minori senza avere la possibilità di affacciarsi all’attenzione dei tornei nazionali. Negli anni Trenta nacquero anche il locale Moto Club, molto attivo nella celebre Nuoro-Cagliari, la squadra di basket (1935) e le associazioni di atletica, sollevamento pesi e ciclismo. Tuttavia già diverso tempo prima la vivace gioventù locale aveva cominciato a familiarizzare con il nuovo sport arrivato d’oltremanica sfruttando i numerosi campetti rionali, specialmente lo spiazzo offerto da quello di Crapasabba, oggi scomparso, situato nel cuore della città dove adesso sorge l’Euro Hotel. Come riporta Angelo Carrus nelle sue Memorie Nuoresi già nel 1902 Francesco Guiso Gallisai aveva fondato la società ginnastica Nuoro Sport mettendo a disposizione un cortile di sua proprietà per la costruzione di una palestra diventata più tardi comunale. Tre anni più tardi, una gara con la Ginnastica Ozierese era stato organizzata sulla Piazza d’Armi, dalle parti dell’attuale Piazza Palestro. “Diciotto bravi giovanotti tennero una partita durata più di un ora suscitando l’entusiasmo del folto pubblico presente” recitano le cronache dell’epoca rivelando simpaticamente l’inevitabile approssimazione sulle formalità di svolgimento di quello “storico” incontro. Con la prima pietra posata nientemeno che da Re Vittorio Emanuele, nel 1928 cominciarono i lavori per lo stadio comunale, chiamato Quadrivio dal nome della piazza antistante la curva, l’attuale Piazza Sardegna, così conosciuta perché lì si incrociavano la Statale 389 (Monti-Lanusei) e la Statale 129 (Bosa-Orosei). L’area è ricordata anche dal nuorese Salvatore Satta suo romanzo più celebre, Il giorno del giudizio (1977, ma ambientato agli inizi del Novecento). Inizialmente l’impianto era composto solamente dalla tribuna principale, in origine costruita in legno e dotata di copertura non prima del 1995, e dai sei gradoni della prospiciente Gradinata alle cui spalle appaiono i rilievi del Monte Ortobene e del Monte Corrasi di Oliena. Nel 1932 fu montato un palchetto d’onore che accolse Benito Mussolini, in visita a Nuoro, il podestà ed il presidente Ghinami. Sul finire degli anni Sessanta venne poi aggiunta la Curva Nord che oggi ospita i sostenitori locali e da cui un tempo era possibile scorgere in lontananza la catena del Gennargentu. Il campo all’inizio era dotato anche di una pista di ciclismo in terra battuta, poi adattata per l’altletica ma ormai dimessa da alcuni anni. In città, nel frattempo, l’entusiasmo per il calcio si era andato sviluppando anche in una serie di vivaci campionati interni che vedevano improvvisate ma agguerrite squadre affrontarsi sugli spazi offerti a «Sa ‘e Borghesi», dove oggi c’è il palazzo della Provincia, a «sos ortos de mussegnore», tra il vescovado e l’attuale bar Cambosu, e ovunque fosse possibile inseguire una palla indemoniata senza far troppi danni a case e orti circostanti. Il Quadrivio, costruito adesso interamente in muratura e capace di ospitare all’occorrenza circa 7.000 spettatori, si è nel tempo conquistato una solida fama di terreno difficile da espugnare, grazie anche all’apporto della colorita tifoseria nuorese sempre vicina ai giocatori in campo. I risultati della squadra in trasferta non devono essere stati altrettanto soddisfacenti, tuttavia, poiché solamente negli anni Cinquanta la squadra verdeazzurra riuscì a partecipare al campionato di Serie D, superando in questo modo gli angusti confini regionali e permettendo a numerosi giovani locali la possibilità di mostrare il proprio talento. Da Nuoro, nel 1973-74, spiccò il volo verso il grande calcio anche Pietro Paolo Virdis e dieci anni dopo, con la squadra per la prima volta ammessa a disputare un campionato professionistico, fece il suo esordio al Quadrivio il giovane Gianfranco Zola. Da ricordare in quegli anni la gara vinta contro il S. Marco nella stagione 1983-84, seguita da circa 6.000 spettatori. Superati in fretta i traumatici anni Novanta con l’umiliante discesa nei modesti e polverosi campi del campionato di Prima Categoria, con il nuovo millennio ebbe inizio per la formazione sarda l’era di Roberto Goveani, notaio piemontese innamorato di Nuoro, capace di riportare la squadra in serie C in brevissimo tempo. Nel 2005 il Quadrivio è stato intitolato alla memoria di Franco Frogheri, piccolo grande bomber della squadra a cavallo degli anni Cinquanta e Sessanta. Frogheri, scomparso nel 1998, è ricordato anche da una targa commemorativa posta all’ingresso della Tribuna. Pur in assenza di una precisa scadenza, è emersa recentemente la volontà da parte della Amministrazione Comunale di costruire un nuovo stadio in zona periferica in grado di accogliere 15-16000 spettatori.
tratto dal forum dei tifosi verdeazzurri (bozza della pagina dedicata allo stadio Frogheri del libro Stadi d’Italia – la storia del calcio attraverso i suoi templi opera di Sandro Solinas edito dalla Bonanno Editore ed acquistabile nelle migliori librerie)
si ringrazia il signor Giuseppe Ariu per il contributo fotografico |